La finestra, quale soggetto del quadro, comincia a farsi notare nella pittura fiamminga (ma potrei citare anche Giotto o Piero della Francesca). Tutti ricordiamo la luce dorata che illumina la celebre lattaia di Vermeer…
Ma le finestre sono anche lo sfondo misterioso e inquietante di certe donne di Goya, e ancora, molto tempo dopo sono le finestre il soggetto della pittura mediterranea di Matisse. Una pittura in cui il dentro ha la nostalgia del fuori, e viceversa.
La finestra però è anche soggetto di molti sogni raccontati all’analista, figura emblematica del nostro tempo. Simbolo di chiusura o di apertura verso l’esterno, di sofferenza o di allegria.
Anche per Francesca Pastore la finestra è un concentrato di simboli e di significati. E anche per lei, racchiude il fascino un po’ ossessivo della duplicità. Dell’interno e dell’esterno, del pieno e del vuoto.
Come altri artisti, anche la Pastore ha cercato e trovato il suo modulo. La finestra è dunque più che un fine, il mezzo. Il suo modo per esprimere un originale “sentimento della pittura”.
In quest’ultima sua opera matura, il tema delle finestre diventa una sorta di metafora…In questa tela le finestre volano come farfalle liberatesi della crisalide. Volano come speranze, come storie comuni da raccontare all’aria in veste di favole. Forse è in questa leggerezza e impalpabilità, racchiuso il segreto della poesia che emanano. Poesia a prima vista che colpisce al cuore come un colpo di vento, appunto.

Sandro Barbagallo

Francesca Pastore: francescapastore3000@gmail.com

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